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BOSCH: L’AUTO CAMBIERA’ COSI’

Nel tradizionale incontro biennale con la stampa, la Bosch ha presentato le soluzioni che troveremo sulle auto di domani.
Bosch: l’auto cambierà così

TUTTI IN CITTÀ Bosch Mobility Experience è il nuovo nome per l’evento biennale nel quale il produttore di componentistica e fornitore di tecnologia Bosch mostra quei prodotti che troveremo sulle auto (ma non solo) di domani. Secondo l’azienda tedesca il futuro è delle megalopoli: le previsioni dicono che entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà in ambienti urbani. Per questo, le città devono da ora iniziare a ripensare le proprie infrastrutture, al fine di ridurre l’inquinamento e migliorare il traffico. La soluzione prospettata da Bosch passa per una interconnessione dei vari mezzi di trasporto (auto privata, trasporti pubblici, auto e moto in condivisione e altro ancora) per la gestione intelligente di parcheggi, punti di ricarica e altri aree “sensibili”, e per la trazione elettrica. Inoltre, non ci sarà una soluzione unica per tutti: ciascuna zona del mondo ha delle specificità delle quali tenere conto.

FUTURO INTELLIGENTE – In totale sono già 14 i progetti lanciati dalla Bosch in altrettante città: si va dallo scooter elettrico in condivisione Coup di Berlino (da poco arrivato anche a Parigi), ai parcheggi “intelligenti” che consentono di ridurre i tempi della ricerca dello spazio per l’auto, passando per i veicoli elettrici come quelli per le consegne e le piccole vetture biposto quali la e.GO Life; e, per il futuro, si parla già di piccoli taxi a batteria senza conducente. Questo accento sulla mobilità urbana si aggiunge a quei tre assi di sviluppo già delineati con chiarezza due anni fa: elettrificazione, automazione e connessione (qui la notizia). Riguardo al primo punto, la più recente offerta della Bosch è quella dell’eAxle, ovvero una soluzione integrata di motore elettrico, trasmissione a un rapporto con differenziale e inverter. In pratica, un “pacchetto” pronto-uso per veicoli elettrici con motore trasversale (adatto a vetture che vanno dall’utilitaria alla grande wagon) dalle forme compatte e di rapida installazione: nella variante da 204 CV pesa appena 90 kg.

NON SOLO ELETTRICHE –  I motori a combustione non sono comunque morti e, secondo il costruttore tedesco, coesisteranno ancora per molti anni con quelli elettrici. Nuove sfide attendono comunque i propulsori tradizionali, con i nuovi cicli di omologazione che entreranno in vigore fra pochi mesi basati su condizioni di uso reale e non più solo su misurazioni in laboratorio. Anche qua, però, una mano arriverà dalle macchine elettriche: Bosch, infatti, è quasi pronta per lanciare sul mercato dei sistemi ibridi, con vari gradi di complessità e costo, abbinabili sia a cambi automatici che a quelli manuali (in questo secondo caso grazie alla presenza di una frizione a gestione elettronica). Tutti, comunque, sfruttano corrente a 48 volt: non richiede protezioni contro i picchi di alta tensione (obbligatorie nei sistemi con più di 60 volt) e permette di usare una compatta batteria facile da collocare nella vettura e che non necessita di un complesso sistema di raffreddamento attivo (ad aria forzata o con liquido in circolazione).

SICUREZZA AL CENTRO – Ovviamente, il produttore conferma l’impegno nella produzione dei sistemi di sicurezza (non a caso, l’Abs e l’Esp sono nati proprio nei suoi laboratori), grazie anche ai quali i morti per incidente stradale sono passati dagli oltre 76.000 del 1990 ai 26.100 del 2015. Il fine ultimo è quello della guida autonoma in ogni condizione e senza che all’uomo sia mai richiesto di intervenire, il cosiddetto “livello 5”. Per ora, la Bosch sta lavorando sul livello 3: guida su strada a un senso di marcia senza intersezioni (come l’autostrada) dove il guidatore non è in controllo dell’auto ma deve essere comunque pronto a riprenderlo in caso di necessità. Per affinare il sistema, viene usata una Tesla S modificata, con già i sensori montati nelle posizioni individuate per la produzione in serie: radar e videocamere tutte della Bosch, mentre per i lidar è ancora costretta ad acquistarli da terzi.

TANTO SOFTWARE – Se per la Bosch rimane centrale la produzione di componenti, in crescita è l’impegno sul lato software: sviluppo di soluzioni anti-intrusione digitale con intervento a distanza per autoveicoli, sistemi multimediali (suoi quelli montati su BMW, Jaguar e Land Rover) ma anche di un “ombrello” di servizi per auto connesse, annunciato pochi mesi fa e che prende il nome di Bosch Automotive Suite Cloud. Sotto questo nome sono racchiusi dispositivi di realtà aumentata per riparatori (grazie a speciali occhiali, permettono di vedere in trasparenza la vettura, sovrapponendo alle varie componenti delle immagini digitali che facilitano l’intervento), sistemi di parcheggio “smart” basati sul contributo degli utilizzatori e anche app per cellulare che portano sullo schermo della vettura i controlli per la casa intelligente, gli appuntamenti del calendario e le altre funzionalità del cellulare.