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Distributori chiusi domani 18 giugno e niente bancomat dal 22 al 28!!!

Domani 18 giugno i distributori di carburante rimarranno chiusi su tutto il territorio nazionale per uno sciopero indetto dalle organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio.  La serrata inizierà già questa sera alle 19.30 e terminerà alle 7 del 19 giugno sugli impianti di rete ordinaria, mentre nelle aree di servizio autostradali i gestori incroceranno le braccia dalle 22 di oggi sino alle 22 di domani. Ma non è tutto. La protesta continuerà nei prossimi giorni anche se con modalità differenti:  dalla mezzanotte di sabato 21 alla stessa ora del 28 giugno non sarà accettato alcun mezzo di pagamento elettronico (bancomat, carte di credito, prepagate, eccetera) e saranno sospese tutte le campagne promozionali.

Imprese sull’orlo del fallimento. Le tre sigle sindacali sono sul piede di guerra già da diversi giorni. L’agitazione, infatti, è partita sabato 14 giugno e continuerà  sino alle 19.30 di oggi con la chiusura del servizio di self service durante gli orari di apertura degli impianti. I gestori protestano contro la politica dei prezzi imposti delle compagnie petrolifere, il più delle volte fuori da ogni logica di mercato, e dai comportamenti anticoncorrenziali che “penalizzano i consumatori e spingono intenzionalmente le imprese di gestione al fallimento economico”. Tutto ciò “nell’indifferenza e nella sostanziale inerzia della politica e delle istituzioni, che si limitano a occuparsi di benzina solo per aumentarne sistematicamente le accise”.

Prezzi imposti fuori mercato. In una nota congiunta i sindacati che rappresentano i gestori spiegano come “il mercato della distribuzione carburanti continui a essere bloccato dall’assenza di trasparenza. È in questo contesto che le compagnie petrolifere, forti del vincolo di fornitura in esclusiva, continuano a imporre unilateralmente e arbitrariamente ai gestori prezzi con tutta evidenza fuori mercato e comunque molto più alti di quelli praticati da un ristretto numero di impianti cosiddetti no logo o posti in prossimità dei supermercati- che pure vengono riforniti dalle medesime compagnie petrolifere”.  Un comportamento, questo, “in aperta violazione delle norme che danneggia la stragrande maggioranza degli automobilisti italiani, prima ancora che le migliaia di piccole imprese di gestione”, conclude la nota.